Nel 2019 abbiamo inaugurato la prima puntata della nostra “Mappa del Lavoro in Italia”, una fotografia del nostro Paese nell’anno precedente, alla scoperta dei trend del mercato del lavoro e di alcune anteprime sulle prospettive occupazionali dell’immediato futuro. Queste informazioni ci permettono di avere una visione più chiara sulla direzione in cui si sta muovendo il mercato del lavoro in Italia, sulla situazione delle imprese e di quali sono le professionalità più richieste.
All’inizio del nuovo decennio,andiamo a scoprire, in questa seconda Mappa del Lavoro, come è cambiato il mercato del lavoro nel 2019 e quali sono le prospettive per il 2020.

In base a quanto emerge dai dati Istat sull’occupazione continua il trend positivo iniziato nel 2018, con un calo del tasso di disoccupazione che scende al 30,5% per i giovani tra i 15 e i 24 anni, e sotto al 10% per le altre fasce d’età, i valori più bassi dal 2011-2012. Le analisi mostrano un ritorno ai livelli pre-crisi anche per quanto riguarda il tasso di occupazione, che è arrivato fino al 59%. Le misure legislative messe in atto alla fine del 2018 hanno inoltre rafforzato la crescita, già in atto, del numero di contratti di lavoro a lungo termine; tra i nuovi occupati,infatti, la maggior parte sono stabili, con un aumento dei contratti di lavoro a tempo indeterminato (+0,7%). In crescita, anche se più lentamente, anche il numero dei dipendenti a termine (+0,5%) e degli indipendenti (+0,3%) (Fonte: Il Fatto Quotidiano). Oltre alla crescita dei livelli di occupazione, stiamo assistendo anche ad un cambiamento nella composizione degli occupati: l’occupazione femminile sale infatti al 49,5% e si riduce il gender gap, con un calo del tasso di occupazione maschile del 2,5%. Questi dati collocano l’Italia al di sotto della media europea per quanto riguarda l’occupazione femminile, ma dimostrano comunque un percorso che va sempre di più verso l’uguaglianza di genere anche in contesto lavorativo.

Le 3 grandi novità dell’anno

La legge di Bilancio

L’anno si è chiuso con l’approvazione della Legge di Bilancio 2020, che prevede importanti misure in materia di sanità, fisco, lavoro, famiglia e ambiente. Tra i vari cambiamenti, ad avere un impatto sul mondo del lavoro sarà certamente la costituzione di un Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti e l’aumento del denaro stanziato al Fondo per l’Occupazione, il Fondo per il Diritto al Lavoro dei Disabili e il Fondo per le Vittime di Gravi Infortuni, con l’obiettivo di aumentare il numero di lavoratori e facilitare l’accesso al lavoro anche delle fasce più deboli. Con le risorse stanziate a partire dal 2016, verrà inoltre finanziata la prosecuzione della Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS) e della mobilità in deroga. Accanto ad un miglioramento della vita professionale, si sta cercando di aumentare anche il bilanciamento tra lavoro e vita privata: è stato infatti prorogato anche per il 2020 il Congedo obbligatorio di Paternità, che viene esteso a sette giorni nel settore privato.

I nuovi rapporti di lavoro

La diffusione di una cultura del lavoro “matura”, che non vede più la produttività strettamente connessa alla presenza in azienda, e l’aumento degli strumenti tecnologici che permettono di portare avanti le attività anche da remoto stanno portando ad una diffusione dello smart working, con un aumento del 20% rispetto al 2018 del numero di lavoratori dipendenti che godono di flessibilità e autonomia nella scelta dell’orario e del luogo di lavoro. Questo cambiamento si è verificato soprattutto nelle PMI, dove i progetti strutturati di smart working passano dall’8% del 2018 al 12% dello scorso anno, mentre nelle grandi imprese la crescita risulta più lenta (+2%). In generale, stiamo assistendo ad un aumento di maturità di queste iniziative che hanno lasciato lo stato di sperimentazione e vengono estese ad un maggior numero di lavoratori.

Il trend del Green e della Sostenibilità

Uno dei temi più caldi del 2019 è stata sicuramente la sostenibilità, con una forte presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica sulle tematiche del rispetto per l’ambiente e dei cambiamenti climatici.
Sull’onda di questo trend e nell’ottica di perseguire gli obiettivi per dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l’Unione Europea ha pubblicato una guida in cui viene formalizzato l’impegno degli Stati Europei a rispettare gli obiettivi stilati dalle Nazioni Unite e illustra delle modalità in cui questi obiettivi potranno essere raggiunti. Tramite la pagina Facebook Global Goals for Sustainable Development sarà possibile essere aggiornati in tempo reale sugli incontri in programma sul tema e sulle iniziative messe in pratica dall’UE. Ognuno di noi inoltre può contribuire allo sviluppo sostenibile con semplici accorgimenti, indicati nella divertente guida “Lazy Person’s Guide to Saving the World”.

L’impatto dell’economia green sul lavoro italiano

La crescente attenzione sostenibilità non avrà un impatto solo sull’ambiente ma anche sulle imprese. Il Decimo Rapporto GreenItaly realizzato da Unioncamere fotografa un tessuto industriale italiano che sta trasformando la propensione alla sostenibilità, da obbligo legislativo o strumento di marketing, in un elemento  strategico di innovazione e competitività, con un significativo aumento delle imprese che investono sul green, che nel giro di cinque anni è passato dal 5,7% del 2014 al 21,5% del 2019.  I benefici degli investimenti per l’innovazione  e l’efficientamento dei processi produttivi non ricadranno solo sull’ambiente ma anche sulle aziende, che stanno iniziando a raccogliere i frutti degli investimenti fatti nel triennio 2016-2018: il 26% delle aziende green prevede un aumento di fatturato (contro il 18% delle altre), il 19% un aumento dell’occupazione (contro l’8%) e il 33% una crescita delle esportazioni (contro il 20%). Le prospettive nell’immediato futuro sono di proseguire in questa direzione, arrivando a ripensare l’intero processo produttivo: l’obiettivo sarà quello non solo di aumentare l’efficienza dei processi e limitare l’utilizzo delle risorse, ma di pensare ai possibili riutilizzi di materie e prodotti, cosa che porterà cambiamenti nell’intera filiera produttiva (Fonte: Il Sole 24 Ore).

100 Green jobs per trovare lavoro (e leggerci qualcosa su)

Ormai è chiaro: sarà la sostenibilità, accanto alla digital trasformation, a guidare il fabbisogno occupazionale, settori in cui rientreranno tra il 26 e il 29% dei professionisti che saranno richiesti dalle aziende nei prossimi anni. Questi professionisti, spesso richiesti con un alto livello di specializzazione e scolarizzazione e con esperienza precedente nel settore, sono aumentati del 5,3% negli ultimi cinque anni, rappresentando più del 13% dell’occupazione complessiva.
A guidarci alla scoperta di queste nuove professioni sono Tessa Gelisio e Marco Gisotti che, con la loro nuova guida “100 Gren Jobs per Trovare Lavoro”, forniscono un manuale per orientarci sul percorso formativo da seguire e sulle attitudini e competenze richieste per ogni professione. Sulle 100 occupazioni segnalate come “sicure, circolari e sostenibili”, ben 70 sono green jobs qualificanti, orientati all’innovazione e con un alto potenziale  di carriera, tendenza che si rispecchia anche nella top ten dei ruoli con maggior disallineamento tra domanda e offerta, in cui compaiono tra gli altri l’esperto in gestione dell’energia, il programmatore agricolo della filiera corta, l’esperto di acquisti verdi e l’installatore di impianti di condizionamento a basso impatto ambientale. Anche le competenze richieste seguono questo trend: alle soft skills come problem solving, gestione dello stress, teamworking, flessibilità e creatività si affianca la sempre maggiore richiesta di competenze legate al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, delineando un futuro del mondo del lavoro sempre più verde.